Una prima premessa è che la parte più interessante della mia strategia la troverete descritta, più avanti, nelle fasi finali.
a1) nel primo mese, questo veicolo (o al limite più veicoli uguali) avrebbe riportato, lungo le fiancate, la dicitura:
a2) nel secondo, o nei successivi mesi, le scritte sarebbero state: "Funziona che è una meraviglia". Nel contratto suggerii che sarebbe stato preferibile inserire la clausola: "se e solo l'auto non avrà dato problemi", per cui solo il soddisfacimento di questa clausola avrebbe reso possibile il passaggio al secondo step, più sopra descritto. La successiva diffusione di questa clausola, del resto in caso di buon esito naturalmente, sarebbe stata la migliore garanzia in grado di attribuire piena efficacia alla mia testimonianza di qualità. Nel caso, invece, di un mancato soddisfacimento della clausola, poiché si sarebbe trattato tutto sommato di un mio giudizio soggettivo e al fine di non creare alcun pregiudizio circa la qualità del prodotto da loro commercializzato, suggerii la possibilità di rescindere il contratto, secondo una versione concordata in anticipo (ad esempio adducendo il mancato raggiungimento di un accordo sul chilometraggio minimo da tenersi). I media, del resto e a quel punto, sarebbero stati poco interessati alla vicenda, non sapendo cosa sarebbe dovuto seguire, al termine del primo mese e della prima scritta (ritenendola essa stessa un metodo per attirare semplicemente l'attenzione sul prodotto). Tornando alla strategia più sopra indicata, la forza della notizia sarebbe derivata dal fatto che, non si trattava della solita, seppur magari pregevole, strategia di marketing innovativa da parte di un'agenzia pubblicitaria, ma dell'iniziativa di un singolo e, se vogliamo, ingegnoso privato cittadino, che desiderava un'auto nuova e ha trovato un metodo innovativo per ottenerla gratis. La componente, quindi, privatistica dell'attore, e non aziendalistica, oltre ad esaltare la notizia, avrebbe dato, come intuibile, maggiore credibilità alla testimonianza di qualità sul prodotto in esame (si poteva parlare, quindi, di un valido esempio di c.d. brand advocacy, tenendo conto che, stando alla rivista Economy del 30/04/2008, un'auto su due è scelta, proprio, in base al passaparola). a3) Al termine del secondo mese previdi che, per contratto, avrei ricevuto un premio, consistente: 1) nell'auto usata per la réclame, priva delle scritte sulle fiancate; 2) o in un identico modello di Suv, di nuova immatricolazione. B) Quale ulteriore strategia suggerii che l'auto dotata di scritte "Funziona che è una meraviglia" (che sarebbe tornata in tal caso, in possesso delle aziende fornitrici) sarebbe potuta andare in tour presso tutte le regioni italiane, venendo estratto, di volta in volta, tra gli avventori di manifestazioni locali (e in eventuale abbinamento alla concessione di una vacanza gratuita per due persone in una data località), la possibilità di un suo utilizzo gratuito per quindici giorni. C) Alla scadenza dell'anno, come ultimo colpo di coda della strategia pubblicitaria da me ideata, suggerii la donazione del veicolo (con le scritte) ad un ente benefico per scopi sociali, che poteva essere assegnato, attraverso un bando a diffusione nazionale, all'associazione che più si sarebbe avvicinata nell'individuare il numero di chilometri percorsi dalla autovettura in modo da evidenziare tale parametro e, ancor più, il fatto che li avrebbe percorsi senza problemi. Nel caso i Km sarebbero risultati davvero troppi, suggerii che la donazione includesse l'assistenza completa e gratuita al veicolo, per qualsiasi riparazione si fosse resa necessaria, o la donazione, sin dall'inizio e secondo le regole fissate, di un'auto nuova.
Tra le condizioni che avrei voluto presenti nel contratto previdi, anche, che al sottoscritto (proponente la strategia) non poteva essere imputata alcuna spesa, di qualunque natura e tipologia (comprese le spese per apporre, sostituire e togliere le scritte sulle fiancate; le spese di assicurazione, etc..). Né un limite minimo di chilometraggio, sebbene avrei cercato di usare l'auto il più possibile, magari incentivato da un bonus a forfait, volto a coprire, almeno parzialmente le spese di benzina e le tariffe dei parcheggi a pagamento. In merito suggerii, anche, che la guida di quell'auto fosse consentita non solo a me, ma anche a miei familiari e amici fidati (incluse alcune mie amiche in grado di non passare certo inosservate).
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